Quando Olimpia è venuta al mondo, nel 1591, si credeva che tutti gli embrioni fossero all'origine maschili, cioè perfetti, e che per qualche strana ragione a un certo punto si guastassero e diventassero femmine. Inferiori per maledizione divina. Suo padre ha pregato Dio che gli risparmiasse quella piaga, ma non è stato esaudito. Sin dall'inizio la ragazza dà segni di una personalità forte, fuggendo dal convento dove il padre l'ha rinchiusa, e di un'ambizione sfrenata, nonché di un'intelligenza superiore. Qualità altamente ammirate solo se a esercitarle è un uomo. Una volta libera, promette a se stessa che sarebbe diventata più potente di chiunque altro, in modo che nessuno potesse mai più imprigionarla. Diventa così, per lunghe vie, l'amante di colui che nel 1644 sarà eletto papa Innocenzo X. "Abbiamo appena eletto un papa femmina" commenta un cardinale all'uscita dal conclave, e per tutta la durata del pontificato in effetti sarà Olimpia a esercitare il potere. A lei si rivolgeranno capi di stato, ambasciatori, politici. Senza il suo benestare, il papa non muove un dito. Lei lo raggiunge di nascosto di notte e si trattiene ore con lui a porte chiuse. Una Madame de Pompadour nel cuore del Vaticano, motivo di sommo scandalo e di vergogna, tanto che la Chiesa farà di tutto per nasconderla ai posteri. Perché a differenza della papessa Giovanna, Olimpia Maidalchini è una donna in carne, ossa e cervello. Che ha tenuto in scacco lo stato più maschilista del suo tempo.