Nella solitudine e nel silenzio dell’eremo si acquista quell’occhio dal cui sereno sguardo è colpito lo Sposo e attraverso il quale, se senza macchia e puro, si vede Dio.
Verso la fine dell’ xi secolo, nei decenni in cui la riforma di Gregorio VII impegnava la cristianità occidentale in una duplice lotta per la libertà della chiesa dal potere temporale e per un vigoroso ritorno a una testimonianza di fede più evangelica, alcuni uomini di Dio si ritirarono assieme a uno stimato professore di Reims, Bruno di Colonia, nel massiccio roccioso della Chartreuse, vicino a Grenoble. Immersi nella solitudine e nel silenzio, ma sostenuti dalla vicinanza dei fratelli e dall’intensa carità, gli eremiti certosini sapranno irradiare attorno a sé la loro sete di Dio e il loro amore per gli uomini. Sono qui raccolte per la prima volta in italiano tutte le lettere – a monaci, vescovi, papi, re e semplici fedeli – delle prime generazioni di questi monaci, dal fondatore Bruno al nono priore, Guigo II: dalla franchezza e dall’umiltà di questi testi traspare la limpidezza della testimonianza cristiana e l’ardore di una comunione spirituale che sa rendere parlante anche il silenzio.