La pastorale occupa un posto di primo piano nell’autocoscienza della Chiesa dopo il Vaticano II. Si tratta davvero di una ‘rivoluzione’, di una rottura con la tradizione e con un tempo nel quale la cura animarum non aveva avuto il posto che avrebbe meritato, oppure anche nel passato le istituzioni ecclesiastiche cercarono di intercettare i motivi più profondi della religiosità dei fedeli? Se ciò avvenne, con quali modalità si declinò il rapporto fra la gerarchia ecclesiastica e il popolo cristiano? La Regola Pastorale di Gregorio Magno fu uno dei testi più trascritti e diffusi nel medioevo, a dimostrazione della centralità di questo aspetto nella definizione dei compiti che la Chiesa avvertiva come prioritari, ma che cosa significava ‘azione pastorale’ in un contesto dominato dall’esigenza di cristianizzare vaste porzioni della popolazione europea, come accadde nell’alto medioevo, oppure, a partire dal secolo XI, dal bisogno di fronteggiare la diffusione delle eresie? Quali erano i requisiti necessari per essere abilitati all’esercizio della cura d’anime e quale posto aveva la predicazione dei carismatici? Vescovi, monaci e canonici, per rispondere a queste sfide, misero in atto gli strumenti ereditati dalla tradizione, mentre il papato, in coincidenza con l’affermazione del primato romano, elaborava una concezione della pastorale orientata verso l’affermazione della cosiddetta ‘monarchia pontificia’. Fondamentali anche le forme di comunicazione utilizzate dalla Chiesa, nelle sue diverse articolazioni, per trasmettere il messaggio cristiano in un contesto caratterizzato da un forte plurilinguismo. Agiografia, sermoni, testi di diritto e manuali per confessori offrono indicazioni preziose agli esperti di fama internazionale qui riuniti a dibattere questi temi, nella prestigiosa tradizione delle «Settimane della Mendola» organizzate dall’Università Cattolica.
Le «Settimane» del Passo della Mendola, che si sono susseguite con cadenza triennale dal 1959, rappresentano per i medievisti uno dei grandi appuntamenti di rilevanza internazionale.
Le «Settimane» hanno contribuito in maniera decisiva allo studio delle strutture e degli ideali della societas christiana dei secoli XI e XII, talora aprendo nuovi ambiti di ricerca storiografica. I volumi dei relativi Atti, arricchiti dall’apparato degli indici dei nomi propri, delle fondazioni ecclesiastiche, dei manoscritti e delle cose notevoli, costituiscono uno strumento indispensabile per lo studio di un aspetto assai significativo della civiltà medioevale.
Tra le Miscellanee del Centro di studi medioevali sono disponibili presso Vita e Pensiero: «Militia Christi» e crociata nei secoli XI-XIII (1992); Chiesa e mondo feudale nei secoli X-XII (1995); Cieli e terre nei secoli XI-XII. Orizzonti, percezioni, rapporti (1998); Roma antica nel Medioevo (2001).