Pensare l’arte come museo immaginario delle opere più amate e frequentate da Jean-Paul Sartre: dagli americani Hare e Calder, agli artisti da lui scoperti, come Wols, fino a Giacometti, Masson, Lapoujade e Rebeyrolle, ai quali era legato da profonda amicizia. Testimoni di questi rapporti restano i saggi raccolti nel presente volume, che offrono materiale indispensabile per ripercorrere le riflessioni di Sartre sull’arte figurativa, dai Mobiles di Calder, 1946, fino ai quadri di Rebeyrolle, 1970; essi inoltre sono rivelatori della sua familiarità con le opere dei maggiori esponenti delle avanguardie artistiche: Picasso, Breton e il Surrealismo, senza dimenticare Klee e Van Gogh.
Un percorso entusiasmante attorno agli avvenimenti che animano l’arte moderna. Sartre intuisce, senza indugi, la direzione in cui si sta verificando un proficuo rinnovamento artistico, significativo sia dei suoi interessi estetici, sia della stagione culturale che il filosofo sta vivendo da acuto testimone del suo tempo. Attivamente presente e partecipe al dibattito sulle arti figurative – surrealismo, realismo, astrattismo – Sartre ne promuove le poetiche sulla rivista Les Temps Modernes.
Come suggerisce Michel Sicard, nell’introduzione, il costante riferimento a temi quali spazio, tempo e movimento, bellezza o modernità, rivelano le coordinate di un’estetica, mai scritta da Sartre. Questo volume raccoglie per la prima volta, tutti insieme e in versione integrale, i lavori di Sartre sull’arte contemporanea, mai pubblicati così finora neanche in Francia. Ed è questo il grande merito del libro.
Jean-Paul Sartre (1905-1980) è forse l’esponente più rappresentativo dell’esistenzialismo ed uno degli intellettuali francesi contemporanei più noti nel mondo. Versatile e poliedrico, la sua attività ha attraversato vasti campi del sapere: dalla filosofia alla letteratura, dal teatro al cinema, dal giornalismo alla politica. Tra le sue maggiori opere ricordiamo, per la filosofia, L’essere e il nulla e la Critica della ragione dialettica e per la narrativa, fra tante, La nausea. Nel 1964 fu insignito del premio Nobel per la letteratura, che rifiutò.