Walter Pedullà illumina le principali strategie dell'innovazione del Ventesimo secolo, ne analizza i diversi realismi e le cicliche transizioni, disegna i ritratti degli autori che lo hanno reso grande. Cominciarono cento anni fa i futuristi, mettendo in libertà non solo le parole ma anche i colori e i suoni, i rumori: disordine originario e materia informe come l'inconscio e la particella atomica, livelli di realtà da cui attingere irresistibile energia. L'uomo di fumo di Palazzeschi avvia le due linee di fuga attraverso le quali l'umorismo di Pirandello e Svevo diventa assurdo o satira - Campanile o Brancati - mentre il fantastico opta per il surreale: da Bontempelli a Savinio, da Landolfi a Calvino. Dopo ogni avanguardia un nuovo realismo, da quello magico a quello barocco, dei meridionali - Alvaro, Rea, Bonaviri, D'Arrigo - e dei settentrionali che scoprono il Sud, come Carlo Levi. Dopo ogni naturalismo l'espressionismo di Gadda, Testori, Fenoglio, Pasolini, vigilia della neoavanguardia di Pagliarani e Malerba. In questo volume di saggi Walter Pedullà, critico-scrittore, ricostruisce una storia "interrotta" ma completa della narrativa italiana. Il linguaggio dei narratori più originali incontra la vicenda collettiva con cui il Novecento ha "aggiunto vita alla vita" dei secoli precedenti.