L'estetica è una disciplina le cui categorie mutano al variare dei tempi. Ecco perché non può essere sistematica: nella molteplicità delle forme dell'arte si riflette la pluralità delle sue prospettive. Queste pagine cercano di rendere tale complessità riformulando la riflessione estetica in tre interrogativi - cos'è arte, bellezza, immaginazione? - e affrescando itinerari per una sua definizione. Di qui le tre sezioni del libro. L'arte: nell'antichità si declina come mimesis, in differenti accezioni - da Platone fino a Giordano Bruno. È la dialettica tra arte e verità a divenire dominante nella modernità diversamente declinata in Hegel, Schopenhauer, Schelling, Vico. L'età contemporanea coglie la differenza fra opera e rappresentazione: un tema esplorato da Heidegger, Adorno, Merleau-Ponty. La bellezza: se nell'antichità è sinonimo di equilibrio e perfezione (Agostino, Vitruvio, Platone, Plotino, Firenzuola), nel moderno richiama un modello di universalità (Kant, Burke, Baumgarten, Winckelmann, Hegel). Il contemporaneo invece propone altri modelli: la bellezza dell'effimero, la bellezza artificiale. L'immaginazione: è imitare immagini o produrne di proprie? È un concetto che oscilla tra phantasía e imaginatio, e muta da Aristotele fino ai moderni - Montaigne, Spinoza, Hume, Kant, Novalis - rovesciando il suo significato, nell'età contemporanea, da rappresentazione in irrealtà, creazione d'essere e potenza trasformatrice.