Il volume intende porre in rilievo alcuni temi, etici e religiosi, discussi e approfonditi da quei pensatori del Seicento che sono noti come 'platonici di Cambridge': l'uomo come animal capax religionis, l'armonia tra razionalità filosofica e fede religiosa, la libertà di coscienza e la tolleranza, la moralità e l'amore di Dio, il concetto di vera religione e le critiche alla superstizione e al fanatismo, l'ateismo e la centralità dell'esperienza religiosa. L'attenzione è concentrata particolarmente sul pensiero etico-religioso di Benjamin Whichcote, John Smith, Henry More e Ralph Cudworth, quale emerge e si determina sullo sfondo delle loro fondamentali prospettive metafisiche ed epistemologiche. Queste analisi valgono a confermare la convinzione, sempre più diffusa nella storiografia, che i platonici di Cambridge abbiano svolto un ruolo cruciale agli albori del pensiero moderno con la loro aspirazione originale a integrare idee antiche e nuove nei campi dell'etica e della teologia razionale, come nell'ambito della filosofia della natura. Tuttavia, se questi filosofi e teologi ebbero un influsso sul pensiero religioso inglese fra Sei e Settecento, non si possono considerare responsabili di alcuni sviluppi talvolta contrastanti con la loro ispirazione di fondo: costruire una vera 'filosofia della religione', in termini aconfessionali, con una specifica fisionomia.