Venerdì Santo, i cristiani su tutta la terra ascoltano il racconto della passione e della morte di Gesù, il Signore. È la Croce nel cuore della liturgia, oggi, in tutte le chiese delle città e delle periferie, in ogni angolo della terra. Ora siamo nella chiesa di S. Maria della Sanità mentre risuona solenne per tre volte "il grido-canto" di fede, che convoca tutti ad adorare: Ecco il legno della croce Venite adoriamo Ecco il legno della croce. Ecco il legno della croce. La croce è lì, innalzata da un uomo del popolo e illuminata da due candelieri sorretti da due giovani missionari. È realizzata con il legno dei barconi provenienti dalle coste libanesi a Lampedusa, incrocio di mari e di popoli, terra di accoglienza e di lacrime, testimone di gente stremata dalla fame, dalle guerre, dalle violenze, dalle torture; testimone di umanità perdute nelle acque del Mediterraneo. Questa croce, graffiata, crivellata, con tre chiodi rialzati, non ha perso completamente l'azzurro-verde del cielo e del mare e il marrone della terra, da cui prorompe la storia del mondo, il racconto dei naufraghi e la loro forza di osare, il brivido di prendere il largo nel mare aperto, il fremito di speranze nuove... la morte. Qui nulla è occultato delle sofferenza di Cristo e dell'umanità. È l'epifania della violenza di cui gli uomini sono capaci. Penetra in noi la consapevolezza di appartenere "alla carne umana", che presto diventa intercessione e adorazione umile e silenziosa. In processione uno dopo l'altro ci accostiamo alla croce con le espressioni più belle dell'amore: c'è chi l'accarezza, la bacia, l'abbraccia, appoggia la fronte sul legno, s'inginocchia... Poi la croce viene distesa sulla nuda terra e giungono a piccoli gruppi o persone sole, gente di tutti i colori, di tutti i popoli, così com'è il rione Sanità, ad adorare, a immergersi e a condividere storie cariche di lacrime e dense di nostalgia. Stando appoggiati nella fede camminiamo sulle nostre strade con passi lenti e silenziosi. La grazia ispira. C'è profumo di popolo. La croce costruisce ponti di comunicazione di generazione in generazione, tra una terra e un'altra. Alla Sanità, piccolo angolo del mondo, transitano da sempre persone e popoli di culture e di fedi diverse a raccontarci resistenze, dolori, martiri, speranze e progetti. Le catacombe custodiscono le testimonianze vive dell'accoglienza di popoli africani giunti qui 15 secoli fa.