«Nel 1987, nell’isolamento a Hoa-ma (Hanoi), ho voluto raccogliere per iscritto le meditazioni, le riflessioni di ogni giorno, sotto il titolo Preghiere di speranza: in particolare, si tratta di una testimonianza di amore e di riconoscenza... Mi domanderete: "Come ha potuto portare con sé fuori dalla prigione ciò che ha scritto?". Riconosco che è stata un’avventura. Le guardie, all’inizio mie nemiche, col tempo sono diventate mie amiche, grazie all’amore di Gesù in mezzo a noi e per il nostro amore reciproco. Una di loro mi ha suggerito: "Scriva in una lingua straniera, metta in copertina: Esercizi di lingua straniera, con il pretesto di esercitarsi per non dimenticare tutto dopo anni di prigione".
È ciò che ho fatto. Ho scritto su carta per brutta copia procuratami dai carcerieri, apponendo sulla copertina (una pagina di giornale) la scritta: Studio di lingua straniera. Ho scritto in italiano; ho scelto l’italiano perché, in Vietnam, questa lingua è meno conosciuta dell’inglese e del francese. Ora condivido con voi le gocce di acqua fresca che il Signore ha fatto cadere per farmi vivere durante il mio lungo pellegrinaggio attraverso il deserto» (dall’Introduzione).
François-Xavier Nguyen Van Thuan, nato nel 1928 a Hue (Centro Vietnam), è stato ordinato sacerdote nel 1953 e ha conseguito la laurea in diritto canonico a Roma nel 1959. Vescovo di Nhatrang dal 1967 al 1975, è stato nominato arcivescovo coadiutore di Saigon (Hochiminhville) da Paolo VI. Dopo pochi mesi, però, con l’avvento del regime comunista è stato arrestato ed è rimasto in carcere dal 1975 al 1988. Attualmente è vicepresidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace. Tra i vari libri, scritti di nascosto durante la prigionia, Il cammino della speranza (Città Nuova, Roma 1992) è stato pubblicato in otto lingue.