Il volumetto contiene le prime due biografie del "curato santo", come lo definì Alessandro Manzoni, che ben conosceva le molteplici virtù di quest'umile e nascosto parroco del minuscolo paese di Chiuso: la biografia stesa dal suo medico Gaspare Ghislanzoni, a otto giorni dalla morte (13 aprile 1822); e quella, più ampia e articolata, redatta qualche anno dopo da Paolo Laini, un chierico di Chiuso testimone oculare della santità di don Serafino. Alle due biografie si aggiungono: la preziosa testimonianza del Manzoni che nel Fermo e Lucia in breve righe delineò il profilo più incisivo e suggestivo del "Prete Serafino"; gli interventi del cardinale Schuster; e il testamento del Morazone, indice della decorosa povertà del parroco, della sua cura per le minuscole proprietà, e del suo affetto riconoscente per i membri della sua famiglia.Si tratta dei documenti più importanti sul "novello curato d'Ars" - come Schuster lo chiamava -, che, pur con strana lentezza, si sta avvicinando all'onore degli altari, sui quali, comunque, i "semplici", tramandandone l'ammirazione e la memoria, già lo hanno da quasi due secoli collocato.