Miti, riti del divino ancestrale e simboli dell'eros vengono rievocati da Luisella Veroli per dialogare con l'immaginario. Per rivivere la storia delle nostre origini, l'autrice intraprende un viaggio alla ricerca di luoghi di culto preistorici che la porterà a ritrovare, in Dordogna, il più antico santuario dimenticato della Dea Luna e, nel greto abbandonato di un fiume, una neolitica "'pietra della vita", come preannunciato da un sogno. Ci si addentra così in un percorso iniziatico al femminile. Mentre gli itinerari spirituali al maschile vanno da un perdersi iniziale nella materia, nell'oscuro, nelle tenebre (Apuleio nell'Animalità, Dante nell'Inferno, Goethe nella Magia) a un tendere verso la luce, verso l'ascesi, qui il percorso è inverso: dalla solarità di Afrodite alla discesa nell'ombra, nell'utero della Madre Terra, sino a sfiorare la materia incandescente da cui proveniamo. L'opera è corredata da un itinerario iconografico che aiuta ad avvicinarsi alle opere d'arte delle origini e agli archetipi del femminile, alla maniera degli antichi iniziati che si lasciavano fecondare dall'ambivalenza dei simboli custodendone il segreto. La prefazione di Alda Merini, gli "autografi alla luna" di Vivian Lamarque, la veste grafica di Paola Varani, e il dialogo sull'enigma della bellezza di Lella Ravasi Bellocchio rendono questo libro simile a un magico vaso di terracotta.