1992. Estonia occidentale. Aliide vive sola nella sua fattoria. In paese non vuole abitare più nessuno, scappano tutti a Tallinn. Sono rimasti solo i vecchi come lei, qualche ubriacone e una banda di teppisti sfaccendati. Da quando i russi se ne sono andati hanno cominciato a fare brutti scherzi. Forse è una di loro la ragazza che Aliide vede stesa in cortile una mattina, gettata in terra come un mucchio di stracci. O forse è l’esca di una banda di ladri venuti da fuori, magari dalla Finlandia, per portarle via il bosco. Si chiama Zara, parla estone ma è straniera e racconta di un lavoro da cameriera in Canada, di un marito violento e di una fuga a piedi nella notte che l’ha portata fino alla casa di Aliide. Ma non è vero niente, non è finita lì per caso, era proprio quella la fattoria di cui tanto le avevano parlato.
Man mano che le due donne si conoscono, tra sospetti e ostilità, e si svela il legame tra loro, dal passato riemerge una tragedia famigliare fatta di desiderio, rivalità e tradimenti andata in scena nei primi anni dell’occupazione sovietica, all’epoca delle purghe staliniane e della disperata resistenza dei partigiani estoni. Alternando le vicissitudini lontane di Aliide a quelle recenti di Zara, Sofi Oksanen fa scorrere parallele due storie di violenze sulle donne, di umiliazioni, compromessi e colpe inconfessabili.
Sofi Oksanen è nata nel 1977 in Finlandia, ma è di origine estone. Il suo romanzo d’esordio, Stalin lehmät (2003), è stato finalista al Runeberg Award, uno dei più prestigiosi premi letterari finlandesi. Nel 2005 ha pubblicato il romanzo Baby Jane. La purga, inizialmente un’opera teatrale rappresentata con grande successo al Teatro nazionale di Helsinki, ha vinto i seguenti premi: Nordic Council Literature Prize, Finlandia Award, Runeberg Award, Premio Kristiina per opere sulle donne.