Il libro tratteggia la storia di come, nel giro di quasi 150 anni, l'impero romano abbia cambiato il suo volto, passando attraverso guerre civili, disordini, invasioni barbariche e persecuzioni religiose per trasformarsi in una vera e propria monarchia. Per più di 100 anni, dalla morte di Commodo nel 192 d.C. alla vittoria finale di Costantino I sui suoi rivali nel 324 d.C., sono le legioni e i loro comandanti a dettar legge. Intere dinastie sorgono e si estinguono nel sangue, sotto lo sguardo impotente del Senato che non accetta di aver perso la propria centralità. Imperatori privi di cultura ma temprati dalla vita militare, e spesso di origine semi-barbarica, conquistano il potere con la forza delle armi e altrettanto violentemente lo perdono. Apre le danze Settimio Severo, militare di origine nordafricana che emerge vincitore dalla guerra civile successiva alla morte di Commodo. Con lui ha inizio la dinastia dei Severi, mezza africana e mezza siriana, destinata a dare alla storia alcuni degli imperatori più stravaganti, come il fratricida Caracalla e il transgender Eliogabalo, ma anche alcune delle donne più abili politicamente, come Giulia Mesa e le sue figlie, che esercitano il vero potere per quasi vent'anni. Con Costantino si chiude quest'epoca di cambiamenti. Con lui l'impero trova un nuovo, prezioso alleato: la Chiesa. E anche se dopo di lui non cesseranno né le guerre civili né le invasioni barbariche, l'impero romano sopravvivrà per altri mille anni nella forma in cui lui e i suoi predecessori l'avranno plasmato.