La città di Oslo è sommersa da una spessa coltre di neve e tutti, come ogni anno, aspettano con impazienza il Natale. L’Esercito della Salvezza lavora a tempo pieno per raccogliere fondi per i tossici, i rifugiati, i senzatetto, e i bravi cittadini si affrettano a fare donazioni per sentirsi in pace con la coscienza.
Solo il commissario Harry Hole pare non accorgersi di tutta la smania di bontà che lo circonda; il suo pensiero fisso è come sempre il whisky.
Quando, però, durante il concerto di Natale, un membro dell’Esercito della Salvezza viene giustiziato in mezzo alla folla festosa, Hole decide di occuparsi delle indagini: un caso senza movente e senza arma è forse l’unico modo per lui per stare lontano dalla bottiglia per qualche ora. In breve scopre che ci sono delle riprese della serata e che anche l’omicida è stato catturato dalla telecamera. Ma, sorprendentemente, i suoi tratti non risultano identificabili neppure dall’efficientissima Beate Lonn, in grado di ricordare una faccia anche dopo averla vista un’unica volta. La sola cosa che si riesce a stabilire è che l’assassino è un ragazzo, i cui lineamenti però sono differenti in ogni ripresa, come se cambiasse travestimento in una frazione di secondo.
Sulle tracce dell’omicida Hole finirà a Zagabria, dove un bambino ha giustiziato per anni i soldati serbi senza essere mai identificato.
Anche questa volta la soluzione lo porterà a immergersi negli angoli più bui e insospettabili dell’animo umano, da cui riuscirà a riemergere con qualche cicatrice in più.