Il libro affronta il tema della ricerca scientifica applicata allo studio della persona umana evidenziando la necessità di integrare il metodo scientifico tradizionale, che con la sua visione naturalistica studia prevalentemente ciò che si vede o che comunque si può "analizzare", giungendo a conclusioni generalizzabili, con l’arte dell’"ermeneutica" che permette di considerare e studiare l’esperienza del singolo soggetto nella sua complessità, con la sua volontà, libertà ed intenzionalità, cogliendone l’unicità e l’individualità.
Il punto di partenza del libro è proprio la distinzione tra due diversi approcci allo studio dell’uomo: quello nomotetico e quello idiografico. Il primo studia gruppi di persone per coglierne tratti comuni; tale approccio, in ambito psicologico, dà origine alla classificazione delle persone in categorie specifiche sulla base di indici chiaramente identificabili, come è per il DSM- IV che individua tipi di disturbi attraverso l’analisi di caratteristiche distintive. L’approccio idiografico si occupa invece della persona singola, esplorandone l’unicità e cercando il senso dei suoi comportamenti e delle sue difficoltà mediante un processo ermeneutico che conduce a comprenderla nelle sue peculiarità, nei suoi valori e nei suoi intenti.
La distinzione presentata nel testo tra metodo ed epistemologia permette di integrare il nomotetico e l’idiografico, contemplando la possibilità di un approccio misto – per esempio, idiografico nell’epistemologia e nomotetico nel metodo – per attingere alla ricchezza di ciascuno.
Il libro nel suo insieme sostiene la necessità e la ricchezza del dialogo costante tra ricerca, teoria e clinica affinché possano supportarsi ed integrarsi vicendevolmente; ad esempio, l’efficacia della psicoterapia può essere potenziata grazie ai risultati della ricerca e spiegata alla luce della teoria e allo stesso tempo nuove ricerche possono essere stimolate dalle osservazioni fenomenologiche emerse nella situazione clinica e creare presupposti per nuove teorizzazioni.
Nello studio della persona umana, insomma, è essenziale una danza costante tra oggettivo e soggettivo, dimensione quantitativa e qualitativa della ricerca, analisi ed ermeneutica.