Non c’è etica senza rispetto, si dice. La parola però oscilla fra significati diversi e ne va trovata la radice comune. Questo libro indaga l’idea di rispetto nel linguaggio ordinario, per poi scavare nella sua storia e tracciare un sintetico quadro concettuale dei vari signifi cati emersi. Attraverso una ricognizione che intreccia filosofia, religione, letteratura e teatro, la nozione di rispetto mostra un profilo inatteso: si svela come un concetto originariamente gerarchico, legato al riconoscimento di un potere o di un’autorità “superiori”. Così, nelle vicende di Aiace e di Enea, nell’opera di Agostino e nel Re Lear shakespeariano, nella speculazione moderna da Rousseau e Adam Smith a Kant, Hegel e Nietzsche, nelle immagini del mondo selvaggio di Conrad e nelle riflessioni sulla vita di Albert Schweitzer si ritrova un fil rouge che riunisce le varie accezioni del rispetto: quella rivolta all’autorità della legge, quella riferita alla dignità delle persone e quella oggi fortemente invocata per gli animali e l’ambiente.
L'autore
Roberto Mordacci insegna Filosofia morale presso la facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Fra le sue pubblicazioni recenti Elogio dell’immoralista (Bruno Mondadori, Milano 2009), Ragioni personali (Carocci, Roma 2008) e La vita etica e le buone ragioni (Bruno Mondadori, Milano 2008). Ha fondato e coordina il Centro Studi di Etica Pubblica e il blog moraliaontheweb.com.