Diversamente da quanto si vuol far credere, il nucleare non è una tecnologia avanzata, ma una tecnologia complicata, vecchia, costosa e pericolosa, che in mezzo secolo ha creato - oltre all’incubo tutt’altro che scomparso dell’olocausto nucleare - problemi gravissimi, che graveranno per centinaia o migliaia di anni, senza avere apportato alcun beneficio sostanziale o insostituibile.
Questa tesi viene sviluppata nel libro in termini analitici e rigorosi, analizzando in modo sistematico l’intero ciclo nucleare per tutti gli aspetti rilevanti: emissioni di anidride carbonica, indipendenza dalle fonti fossili, costi disaggregati, emissioni di radioattività nel normale funzionamento, residui radioattivi ingestibili, rischi e portata di possibili incidenti, pericoli di proliferazione militare. Un capitolo di Ernesto Burgio analizza i danni biologici e sanitari delle radiazioni ionizzanti in base ai risultati più recenti della ricerca biologica, che dimostrano la profonda inadeguatezza dell’approccio e della normativa ufficiali, e delle sue conclusioni tranquillizzanti per le piccole dosi di radiazioni.
Particolare attenzione viene rivolta all’Italia, discutendo nel merito l’inefficienza del nostro sistema elettrico e i corrispondenti interessi e speculazioni che alimentano tutti i programmi energetici (e non solo), specie quelli nucleari, anche alla luce della non certo brillante storia passata. Tanto più utile risulta il confronto con l’«immagine speculare» della Francia, la cui fama di paradiso del nucleare viene smontata e analizzata nelle sue profonde contraddizioni da uno specialista di notorietà internazionale, Mycle Schneider.
L’ultima parte del libro è dedicata a dimostrare l’inconsistenza e la impraticabilità delle soluzioni miracolistiche prospettate dall’industria nucleare per prolungare nel tempo lo sfruttamento dell’uranio e porre fine ai problemi irrisolti del ciclo nucleare dopo mezzo secolo di irresponsabile negligenza: il tutto sostenuto con ingenti finanziamenti anche pubblici, nel mentre si ridicolizzano nuove prospettive che meriterebbero almeno una verifica seria e imparziale.
L’Era nucleare deve essere chiusa al più presto, per cercare di limitare e tamponare i danni insostenibili e la pesante eredità che già ci ha lasciato.
SCRAM
È il repentino spegnimento di un reattore nucleare attraverso l’inserzione rapida di barre di controllo. È l’acronimo di "safety control rod axe man" che letteralmente significa l’uomo-ascia della barra di controllo di sicurezza, cioè colui che nel primo reattore nucleare degli stati uniti era addetto ad inserire la barra di emergenza, sospesa ad una fune che veniva recisa con un ascia.