Il quaderno si propone di sviluppare il rapporto tra le dimensioni del mangiare e del pensare. Si vive alimentando anima e corpo; e una molteplicità di metafore e modi di dire indica come le due dimensioni siano tra loro collegate (ad esempio, fame di conoscenza o di informazioni, sete di sapere, divorare un libro, fare indigestione di dati, avere la nausea di leggere o di scrivere, non essere mai sazi di racconti, masticare una lingua straniera, digerire-assimilare-metabolizzare alcuni concetti, bersi una storia, paragoni gustosi, parole dolci o amare, risposte acide, riflessioni insipide, storielle appetitose o particolari piccanti). Dall’agri-coltura al campo della cultura si tratta di preparare le condizioni, seminare, far crescere e raccogliere i prodotti di cui vive l’uomo. I frutti del lavoro e del pensiero devono essere ulteriormente elaborati per essere poi offerti in pasto ai lettori. Cucinare è come scrivere e mangiare è come leggere. La cucina e il pensiero raffinato, corretto, seguono delle ricette, perché ogni passaggio deve essere compiuto in un modo preciso e non ogni accostamento è opportuno. Gli abbinamenti tra cibi sono come nessi sintattici e grammaticali. Mentre l’animale si alimenta, l’uomo mangia e pensa il cibo che mangia. La preparazione del cibo è espressione di chi cucina, è come un discorso. E il pasto è qualcosa di più della somma delle portate. È un’arte.