Il concilio Ecumenico Vaticano II, assumendo come prospettiva la pastorale e rinunciando alle definizioni dogmatiche e giuridiche, intende collocare la Chiesa in dialogo costruttivo con l'umanità e con il mondo contemporaneo, valorizzando il bene di cui ogni uomo è portatore e promuovendo la collaborazione e la solidarietà. L'evento conciliare è il punto d'arrivo di quanto i movimenti biblico, liturgico, catechetico ed ecumenico avevano iniziato ad elaborare e ad offrire per la ricerca teologica e per la prassi pastorale; ma è altresì il punto di partenza per una rinnovata missione in un mondo che cambia. Il Concilio è leggibile alla luce del contesto storico, culturale ed ecclesiale in cui viene accolto; soggetti della recezione sono le Chiese locali, che rappresentano i contesti vitali dove si va oltre l'osservanza formale delle norme. L'autore, a cinquant'anni dall'annuncio dell'indizione del Concilio, fa constatare che è un processo complesso e di lunga durata, anche se viviamo in un contesto socioculturale che ama tempi corti e che ha breve memoria. Quest'opera, rigorosa e documentata ermeneutica dell'evento e della congiuntura storica, mette a fuoco i nuovi paradigmi ecclesiali, nella logica della continuità, dentro il contesto italiano, ed in esso, nella realtà viva delle Chiese siciliane.