È una "storia" di Simone, figlio di Giovanni (bar Iona, in aramaico), come l'autore l'ha immaginata, al margine dei Vangeli: un racconto sereno, quasi contemplativo, dell'avventura umana di Pietro accanto al Maestro di Nazareth, dalla curiosità e noia della prima conoscenza, del primo approccio, allo sgomento e alla pavida fuga dopo l'arresto e la condanna di lui. Via via, nel corso della narrazione, si incontrano i dubbi, il travaglio interiore, gli entusiasmi, le speranze e le delusioni del pescatore, sedotto dall'inquietante amicizia che lo rende partecipe e dalla tentazione ricorrente di mollare, di tornare "a quell'amore modesto e tormentato di tutti i giorni" che provava per la moglie Anna e per la figlia Sara, gravemente handicappata, e al suo povero e deludente lavoro. "Quanti giorni sono passati, quanti momenti di gioia, di speranza e di sgomento. Quanti bastano perché un uomo ritorni ad essere un uomo, preda dell'esaltazione e del dubbio, perché la paura, che credeva per sempre sconfitta, lo riafferri e lo torca e gli ricordi che nessuno può guarirlo se egli stesso non crederà di poterlo fare."