Finalmente tradotta in italiano l’opera più importante di uno dei pensatori più indipendenti, poliedrici e lungimiranti dello scorso secolo
Questo saggio, pubblicato nel 1977 all’interno della collana «Liberté de l’Esprit» di Raymond Aron e per molto tempo introvabile in libreria anche in Francia, è la chiave di volta della trilogia di Jacques Ellul (La technique – Le système technicien – Le bluff technologique), ed è considerato il suo libro più riuscito.
La Tecnica, per Ellul, è il fattore determinante della società. Più della politica e dell’economia. Ed è attraverso l’informatica che la tecnica è divenuta tale e ha cambiato natura: unificando tutti i sottosistemi (ferroviario, postale, aereo, telefonico, di produzione dell’energia, militare ecc.), l’informatica ha permesso la nascita di un Tutto organizzato che modella, trasforma, controlla la società e tende a poco a poco a confondersi con essa. All’interno di questo sistema, a condizione di consumare, lavorare e divertirsi in modo conforme alle sue direttive, l’uomo è sicuramente libero e sovrano.
< Ma questa libertà è artifi ciale e sotto controllo. Proliferando, i mezzi tecnici hanno fatto sparire ogni fine.
Questo sistema autogenerativo è cieco. Non sa dove va, non ha alcun disegno. Non cessa di crescere, di artificializzare l’uomo e l’ambiente, senza correggere i propri errori.
Tuttavia la società non è per questo diventata una Megamacchina di cui gli uomini sono gli ingranaggi: il sistema tecnico “modella la società in funzione delle proprie necessità, la vitalizza come supporto, ne trasforma alcune strutture, ma c’è sempre una componente imprevedibile, incoerente, irriducibile al corpo sociale”. Ellul ha sempre affermato che il primo passo verso la libertà consiste proprio in una presa di coscienza delle proprie catene, delle proprie alienazioni: “Ai miei occhi l’importante è restituire all’uomo il massimo delle sue capacità di indipendenza, di invenzione, di immaginazione. Questo è ciò che tento di fare spingendolo a pensare. Provo, con la mia opera, a fornirgli le carte perché possa poi fare il suo gioco”. Pochi manuali di insubordinazione sono illuminati come questo.