Sleeping Beauties - il romanzo scritto da Stephen King con il figlio Owen - è una favola nera gloriosamente ricca di storie, idee, eventi e personaggi memorabili, che inizia con un "C’era una volta a Dooling" e termina con un finale degno di King. Potente, provocatorio, sorprendente.
"Che cos’è successo a Kitty?"
"Ha urlato per metà della notte. Ora dorme."
"Le è uscito qualcosa di comprensibile?"
"Sì, che la Regina Nera sta arrivando."
Dooling è una piccola città fortunata con una splendida vista sui monti e lavoro per tutti. È a Dooling, infatti, che qualche anno fa è stato costruito un carcere all’avanguardia destinato solo alle donne, che siano prostitute o spacciatrici, ladre o assassine, o ancora tutte queste cose insieme. Ed è una di loro, in una notte agitata, ad annunciare l’arrivo della Regina Nera. Per il dottor Norcross, lo psichiatra della prigione, è routine, un sedativo dovrebbe sistemare tutto. Per sua moglie Lila, lo sceriffo di Dooling, poteva essere un presagio. Perché poche ore dopo, da una collina lì vicina, arriva una chiamata al 911, ed è una ragazza sconvolta a urlare nel telefono che una donna mai vista ha ammazzato i suoi due amici, con una forza sovrumana. Il suo nome è Evie Black. Intorno a lei svolazzano strane falene marroni e sembra venire da un altro mondo. Lo stesso, forse, dove le donne a poco a poco finiscono, addormentate da un’inquietante malattia del sonno che le sottrae agli uomini. Un sonno dal quale è meglio non svegliarle...