Per molto tempo si è pensato che i confini della spiritualità medioevale coincidessero con quelli del mondo monastico e del suo atteggiamento di fuga dal mondo. Questo profilo sintetico di André Vauchez mostra l’unilateralità di tale luogo comune, tuttora persistente. I contenuti e le caratteristiche fondamentali dell’esperienza religiosa in Occidente dall’VIII al XIII secolo non vengono ricostruiti a partire da teorie, dottrine e scritti dei grandi maestri dell’epoca. Piuttosto, Vauchez prende in esame stili di vita, disposizioni del vissuto e movimenti sociali, delineando così un Medioevo della spiritualità molto concreto e composito. In questa prospettiva, protagonisti dell’opera non sono tanto i monaci e i chierici, quanto i laici, il popolo, gli incolti con le loro peculiari forme di espressione religiosa: devozione, celebrazioni liturgiche, osservanza dei precetti, sacre rappresentazioni, iconografia, pellegrinaggi, culto delle reliquie ecc. Ne emerge, scandito nei suoi diversi stadi di sviluppo, il grande processo storico che porta la cristianità occidentale dalle forme ritualistiche e dalla rigida precettistica dell’età carolingia fino al nuovo orizzonte spirituale del XIII secolo, quando si afferma una religiosità più sensibile ai valori interiori e rinasce, con san Francesco, l’ideale di vita evangelica.
André Vauchez (1938) è stato direttore di ricerche per il Medioevo all’Ecole française di Roma e professore di Storia medioevale all’Università di Paris X-Nanterre.
È membro dell’Institut de France (Academie des Inscriptions et Belles Lettres) e socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei. I suoi studi hanno avuto per oggetto la storia della spiritualità e della santità, il profetismo e le eresie in Occidente tra XII e XV secolo. In italiano sono stati tradotti: La santità nel Medioevo (Bologna 1989); I laici nel Medioevo (Milano 1989); Ordini mendicanti nella società italiana (Milano 1990); Santi, profeti e visionari. Il soprannaturale nel Medioevo (Bologna 2000).