STORIA DELL'ITALIA UNITA
Autori: DE BERNARDI, GALAPINI
Editore: GARZANTI
Data di pubblicazione: Novembre 2010
Collana: SAGGI
Codice: 9788811693314
Dimensioni: 15,5 cm x 22,3 cm x 6,5 cm
Peso: 1011 g
Pagine: 1136
Disponibilità: DISPONIBILE IN 6/7 GIORNI
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Descrizione di "STORIA DELL'ITALIA UNITA"
L'Italia tra nuovi assetti e antichi problemi: un paese in declino o in trasformazione?
Esattamente un secolo e mezzo fa, l'Italia è diventata una nazione. Dopo il rinascimento, il nostro paese era stato relegato in un ruolo marginale: dopo l'unità, ha iniziato un percorso che l'ha portato tra le maggiori potenze economiche del pianeta.
Sul fronte della modernizzazione e della ricchezza, i successi dell'Italia unita sono dunque numerosi e innegabili. Tuttavia la storia recente del nostro paese resta segnata da due grandi tragedie come il fascismo e la distanza tra Nord e Sud. Due conseguenze, secondo alcuni, del fallimento delle élites politiche e intellettuali che dall'Ottocento si sono impegnate a «fare gli italiani». E due sintomi di quella irrisolta «crisi della nazione» che è tornata di attualità anche oggi, quando il nostro paese cerca una nuova collocazione nello scenario internazionale, tra spinte alla globalizzazione e resistenze identitarie.
La storia dell'Italia unita racconta così una vicenda problematica, ricca di luci ma anche di ombre. Il volume è articolato lungo cinque narrazioni parallele, che approfondiscono altrettanti aspetti fondamentali: la politica internazionale; l'evoluzione del sistema politico e gli eventi che l'hanno segnato, a cominciare dalle due guerre mondiali; il modello di sviluppo, con i due miracoli economici; l'evoluzione della società; l'identità del paese attraverso la cultura.
Tenendo presente le diverse prospettive adottate via via dagli storici per leggere il «caso italiano», De Bernardi e Ganapini offrono così una ricostruzione della vicenda italiana che tiene conto della lezione del passato, ma si apre anche alle sfide del presente: un saggio che vuole intervenire nel discorso civile del paese con gli strumenti propri del «mestiere dello storico», evitando tanto la museificazione della memoria quanto le trappole del sensazionalismo.