La semiotica si è definita in questi anni attorno ad alcune nozioni chiave quali quelle di valore, testo, struttura, differenza, interpretazione, enunciazione, abduzione, enciclopedia, espressione e contenuto, e lo ha fatto attraverso una serie di prese di posizione che l’hanno mano a mano allontanata dalla sua originaria vocazione filosofica, per avvicinarla da un lato alle scienze cognitive e dall’altro alle scienze sociali. Tuttavia, un’altra “storia” era possibile. Nella convinzione che quelle nozioni fossero passibili anche di letture diverse, questo libro vuole riaffermare la natura filosofica della semiotica, tornando a riflettere su tutte le nozioni chiave attorno a cui si è costruita la disciplina, denunciando una serie di dimenticanze della teoria “maggiore” e reinterpretando in modo originale l’approccio strutturalista. In questo modo, una riflessione di tipo filosofico pare capace di ritrovare al di là, o al di qua, delle forme consolidate, un’immagine “non-standard” della semiotica, in grado di proporre dei modelli di analisi che possono rivelarsi preziosi proprio nel confronto con le scienze cognitive e le scienze sociali. Da qui la costruzione di una semiotica della complessità, capace di tenere insieme strutturalismo e interpretazione.
Claudio Paolucci insegna Semiotica all’Università di Bologna ed è tutor del Dottorato di Ricerca in Semiotica dell’Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze (SUM) e dell’Università di Bologna. Studioso di Peirce e Hjelmslev, si occupa principalmente di semiotica generale, interpretazione e teoria dei linguaggi. Ricercatore presso la Scuola Superiore di Studi Umanistici e il Dipartimento di Comunicazione dell’Università di Bologna, è redattore della rivista VS e membro del comitato esecutivo della Società italiana di Filosofia del Linguaggio.