«Non si è mai mentito come al giorno d’oggi. E neppure si è mai mentito in modo così sfrontato, sistematico e continuo.» Con questa frase, scritta nel 1943 e più che mai attuale, il grande filosofo francese di origine russa Alexandre Koyré inaugura il suo breve ma incisivo saggio sulla menzogna politica. Dopo essersi interrogato su quali siano stati i fattori umani, sociali e politici che hanno favorito l’affermarsi dei totalitarismi nell’Europa tra le due guerre mondiali, l’autore prende in esame l’hitlerismo – modello di ogni regime totalitario – per cercare di coglierne l’essenza profonda, che egli identifica, implacabilmente, con la menzogna. Ogni autoritarismo, ogni regime dittatoriale si basa sull’atto del mentire, questo è il nucleo del lavoro di Koyré, e tale atto ha come unico scopo il controllo assoluto delle masse. In altri termini i regimi totalitari, fondando il loro potere su un vero e proprio «primato della menzogna», giungono a edificare un ordine sociale che, approvando il loro operato, ne garantisce la stabilità e l’egemonia.
L'AUTORE
Alexandre Koyré (1892-1964) è uno dei massimi epistemologi e storici del pensiero scientifico del XX secolo. Nato da una famiglia russa di origini ebraiche, allievo di Husserl, Koyré ha lasciato numerose opere, tra le quali ricordiamo i tre volumi degli Studi galileiani.