L’incarnazione di Dio hic et nunc costituisce il culmine della storia della salvezza. Nel cristianesimo, inoltre, «storia della salvezza» e «geografia della salvezza» sono entrambe essenziali e qui in Terra Santa se ne ha l’evidenza, giacché senza geografia non vi è storia e se si prescinde dal luogo svanisce l’evento.
Qui appare chiaro come il cristianesimo non sia un’ideologia, né un mito, né propriamente un messaggio, bensì innanzitutto l’incontro con una Persona Vivente che coinvolge e trasforma totalmente l’esistenza.
Venire in Terra Santa, toccare i suoi luoghi, significa dunque sperimentare «il Luogo» stesso.
Basterebbero queste parole per risaltare l’importanza di questa Guida di Terra Santa. Bibbia, archeologia, catechesi.
È necessario accogliere il mistero della Terra Santa così com’è, abbracciarla nelle sue ferite, che possono essere trasfigurate solo dall’amore di Dio e mai dalla sola giustizia umana.
Questa terra, però, non è solo luogo di conflitti, ma è anche la culla della cultura occidentale e, in gran parte, anche di quella orientale, e per noi cristiani è ancora di più: è la terra in cui è germogliata la nostra salvezza.
Se da un lato, quindi, essa sembra essere ormai senza speranza per le insanabili contese di cui è teatro, dall’altro rimane paradossalmente il centro che dà vita e speranza a molti, e specialmente a ebrei, cristiani e musulmani: «Tutti là sono nati», tutti là siamo nati.
(Dalla presentazione di Pierbattista Pizzaballa)