Aguzzare la vista
08.09.2017
C’è stato un momento dell’ultimo Meeting di Rimini che ha dato forma a tutto. E grazie a Dio, è arrivato subito, all’inizio. È stato il messaggio di papa Francesco, inviato da quello stesso cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, che poi sarebbe intervenuto nell’ultimo giorno della manifestazione. Lo pubblichiamo per intero, più avanti. E il motivo è semplice. Non è solo una chiave di lettura dei giorni riminesi. Indica un metodo che vale sempre, una bussola da tenere costantemente sott’occhio, se vogliamo evitare «la malattia che può colpire i battezzati» in ogni momento: «L’Alzheimer spirituale», ovvero la dimenticanza del nostro rapporto personale con Dio.
La paura, l’incertezza esistenziale che tante volte ci toglie il respiro e ci taglia le gambe, nasce da lì: «Se diventiamo smemorati del nostro incontro con il Signore, non siamo più sicuri di niente». E la salvezza passa da «una sola strada: attualizzare gli inizi, il “primo Amore”, che non è un discorso o un pensiero astratto, ma una Persona». Bisogna «tornare lì, a quel punto incandescente in cui la Grazia di Dio mi ha toccato».
Non è una questione di ricordi, un tuffo in un passato da recuperare. Ma qualcosa di presente, ora. «Incandescente», come un fuoco che brucia. Vivo, come l’Amore per una Persona che è qui. È questo amore, in fondo, il contributo vero che possiamo dare noi cristiani al mondo.
Al Meeting questo corpo a corpo tra passato e presente, tra il rischio di trasformare in cenere il patrimonio che riceviamo e la chance di viverlo ora, lo si è visto benissimo. Nei momenti salienti (l’intervento di monsignor Pierbattista Pizzaballa, le parole dello stesso Parolin, molti altri incontri), in tantissimi luoghi (si pensi alle mostre). Ma anche nel modo di affrontare certi temi (il lavoro, la geopolitica, la scienza) solo a prima vista più “marginali” rispetto alle parole del Papa.
Del resto, c’era un altro invito in quel messaggio, esplicito e rivolto proprio a chi il Meeting lo ha vissuto: «Aguzzare la vista per scorgere i tanti segni - più o meno espliciti - del bisogno di Dio come senso ultimo dell’esistenza, così da poter offrire alle persone una risposta viva alle grandi domande del cuore umano».
Ecco, il numero di Tracce che avete tra le mani tenta di fare questo. Rimettendo in fila alcune delle tantissime cose accadute nei giorni di Rimini, a cui dedichiamo il Primo Piano. Raccontando eventi come l’Assemblea internazionale dei responsabili di CL, appena tenuta a Corvara. Ma anche dando voce ad altri incontri in cui questo «bisogno di Dio», esplicito o meno, diventa il punto focale di un dialogo prezioso. Come nell’intervista a Pilar Rahola, la giornalista e scrittrice catalana, sulla necessità che i cristiani «escano dall’armadio» perché la società intera ne ha bisogno - anche chi, come lei, non crede. O nel racconto di Paul Mariani, poeta e critico americano, colpito dall’incontro con una realtà come CL. E in tanti altri fatti, piccoli e grandi, che troverete in queste pagine. Buona lettura. E buona ricerca.