Può sembrare un tema da addetti ai lavori, qualcosa che interessa solo chi studia, insegna o ha figli ventenni. Invece no. C’è una combinazione di fattori che rende l’università un punto di osservazione utile a tutti, perché fa venire a galla in maniera limpida alcuni fattori che ci riguardano in maniera trasversale.
Il primo è il contesto. L’università è uno degli ambienti che stanno cambiando di più, in questi anni. Non si tratta solo di trasformazioni nell’utenza o nell’offerta, del “chi sale e chi scende” tra Facoltà umanistiche o scientifiche, o tra i singoli Atenei. È proprio la vita universitaria che cambia, improntata sempre di più a un efficientismo fatto di elementi anche utili (valutazione, regole e via dicendo), ma che spesso hanno un contrappasso: ci si ritrova, in genere, più soli. A studiare, a cercare di tenere il ritmo, a vivere. Si fanno più rarefatte le iniziative comuni, le associazioni, persino la politica, mentre si diffondono un individualismo sottile e la tendenza a misurarsi in termini di performance. Insomma, è come se fossero anticipati certi caratteri, a volte soffocanti, del “dopo”, del mondo del lavoro.
Ma l’altro fattore, decisivo, sono i ragazzi. Che – sempre in generale, chiaro – oggi affrontano l’impatto con questo passaggio cruciale della vita con meno certezze di prima, apparentemente più fragili e di sicuro più isolati rispetto ai loro omologhi di dieci o vent’anni fa (per non parlare di momenti in cui l’università divenne in qualche modo il centro del mondo, come il Sessantotto e il suo post…). Ma proprio per questo, paradossalmente, con un bisogno ancora più scoperto e impellente: il bisogno che in quel luogo accada qualcosa, si accenda una scintilla. Che possano incontrare maestri.
Di più, dei padri. Ovvero, compagni di strada che non si limitino ad arricchire il loro bagaglio di strumenti e competenze, ma offrano alla loro vita «una proposta carica di significato», per usare un’espressione sintetica e potente di don Giussani. E si coinvolgano con loro nel verificarla, perché se c’è una cosa evidente come poche è che a un ventenne di oggi (ma non è vero anche per tutti noi, ormai?) le idee e i discorsi non bastano più. Servono padri.
È per questo che un viaggio nell’università come quello che vi proponiamo, si carica di domande che toccano tutti. Come è possibile incontrare una paternità in atto, una proposta di vita all’altezza del nostro desiderio?
Dove, come può succedere? E cosa accade alla nostra umanità – al nostro desiderio spalancato – quando questo incontro avviene, e la scintilla si accende? In queste pagine trovate storie e testimonianze che provano a raccontarlo. Buona lettura, e buon viaggio.