Era solo due numeri fa. L’Italia andava verso il voto, in una situazione complicata. E in un clima di divisioni e rancori che si respira anche altrove, in questo anno in cui molti Paesi importanti sono chiamati alle elezioni, abbiamo riproposto lo splendido discorso di Cesena in cui papa Francesco riprendeva il filo del bene comune, di un tessuto sociale da ricucire come urgenza più seria di oggi. Accanto, c’erano esempi e testimonianze di persone impegnate nella ricerca di questo filo, con una tenacia e una passione che andavano controcorrente rispetto allo scontento generale.
Bene, il voto è passato, almeno da noi. Che cosa resta di quel tentativo? Ha generato qualcosa? Sta costruendo, ora?
Il “Primo Piano” è dedicato a questo. Con una rassegna di fatti, episodi, incontri a tutto campo che rispondono da soli a questa domanda. Fatti piccoli, dirà qualcuno; inincidenti rispetto alle grandi manovre in corso per formare alleanze in Parlamento e creare un Governo. Ma chiunque, leggendo, è in grado di giudicare. Di decidere se l’esperienza di centinaia di persone in tutta Italia impegnate a capire senza affidarsi solo ai pareri di “chi sa di politica”, a incontrare l’altro al di là degli steccati predefiniti, a creare un clima di dialogo reale dove sembrava impossibile persino parlarsi, siano o meno un patrimonio prezioso per questo Paese, dove il bene comune resta il problema più grande anche dopo il voto.
Ma c’è di più. Perché la proposta di cui si dava conto in queste pagine era ancora più profonda. Don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, l’ha definita più volte così: «Un’occasione per verificare la fede». Le elezioni - la politica - come circostanza in cui si può vedere se e come la proposta cristiana è pertinente alla vita, e in cui la fede stessa può farsi più matura, consapevole, cosciente. Fino a conoscerne di più il punto sorgivo: Cristo. Proposta spiazzante, in un momento in cui al massimo si discuteva di partiti e programmi. Cosa è successo da questo punto di vista?
La “Pagina Uno” permette di vederlo più a fondo. Di comprendere meglio che razza di avventura può essere vivere la fede in questa situazione e che compito abbiamo noi cristiani in questo mondo. Anche in contesti che sembrano lontanissimi dall’Italia impegolata nella tornata elettorale, come l’Uganda e il Kenya raccontati nel reportage di Ignacio Carbajosa. O il Venezuela, di cui si parla più avanti.
È il racconto, sorprendente, di ciò che Cristo continua a generare nel mondo, ovunque ci sia un uomo disponibile ad accoglierLo. È il cuore del nostro lavoro, da sempre. E lo sarà anche in futuro, con una veste rinnovata. Dal prossimo numero, Tracce cambia faccia: una nuova grafica, una struttura diversa. A pagina 10 trovate le ragioni e un assaggio di quello che verrà. Intanto, buona lettura. E buon proseguimento.