Per Javier Marías l'amore è il sentimento che richiede la maggior dose di immaginazione, non soltanto quando chi lo ha sperimentato e perduto ha bisogno di spiegarselo, ma anche mentre l'amore si sviluppa e ha pieno vigore. È un sentimento che richiede sempre qualcosa di fittizio oltre a ciò che gli procura la realtà. In altre parole per Marías l'amore ha sempre una proiezione immaginaria, per quanto possiamo crederlo tangibile o reale in un determinato momento. È sempre sul punto di compiersi, è il regno di ciò che può essere. O anche di ciò che avrebbe potuto essere.
Ed è proprio sulla base di queste riflessioni personali che Marías ha costruito, seppur con declinazioni diverse, i romanzi qui riuniti, accomunati dal filo rosso della passione amorosa.
In Tutte le anime Marías racconta la storia di un turbamento, un penetrante diario pubblico dell'intimità dove ogni dettaglio viene indagato con l'acribia minuziosa dell'entomologo, nella convinzione che anche il gesto e l'incontro apparentemente piú insignificanti possano aprire la strada a vertigini metafisiche. Un cuore cosí bianco, invece, parla della persuasione e dell'istigazione, del matrimonio, della possibilità di sapere e dell'impossibilità d'ignorare, del sospetto, del parlare e del tacere. Infine in Domani nella battaglia pensa a me, raccontandoci l'inganno e svelandone la macchina che esso mette inevitabilmente in moto, mostrandoci l'altra metà della vita, quella nascosta e dissimulata, Marías racconta l'illusoria realtà in cui tutti noi siamo sprofondati.