Il presente studio intende delineare il rapporto tra filosofia e teologia rivelata nel pensiero di Leibniz attraverso la considerazione di due misteri centrali della rivelazione cristiana, intorno ai quali vivo era il dibattito nel Sei-Settecento: Trinità e Incarnazione. Rifiutandosi di accettare questi dogmi, ritenuti irrazionali, i sociniani diventano il principale bersaglio dei difensori di tali misteri. Nate sul terreno teologico, le polemiche trinitarie si intrecciano strettamente con problemi di ordine filosofico, quali il rapporto fede-ragione, rivelazione-sapere, il dibattito circa l'ambito di validità del principio di non contraddizione, la riflessione sui limiti dell'intelletto umano e i gradi della conoscenza, la valenza e il significato dell'analogia, la legittimità dell'uso dei concetti di 'natura', 'sostanza', 'persona', la precisazione del concetto di relazione. Leibniz, prendendo direttamente parte a tali polemiche, diventa una guida d'eccezione per chi voglia scorgerne le implicazioni filosofiche, da lui chiaramente evidenziate. Questa attiva partecipazione implica, d'altra parte, la riflessione su nodi fondamentali per la sua stessa dottrina filosofica, sia a livello gnoseologico sia a livello metafisico.