Si può parlare di una dimensione psicologica dei personaggi biblici, oppure una tale denominazione potrebbe sembrare avventata? Certamente nella Scrittura, sia nel racconto che in versi, è viva un'attenzione a quanto alberga nell'interiorità umana e divina. Pertanto, anche il lettore di oggi, a distanza di più di due millenni, può rileggere sé stesso nel testo perché alcune dinamiche in esso presenti si rispecchiano nella propria vita. La distanza storica, culturale e sociale è in parte colmata dal comune retroterra umano che permette di interpretare quei movimenti interiori che ricorrono a latitudini e in tempi differenti. La paura, l'angoscia, la tristezza, la gioia, la gratitudine, per esempio, pur esprimendosi diversamente in contesti distinti, fanno parte dell'esperienza profonda dell'uomo in tempi e in culture lontani tra loro. Così ciascuno può trovare nella Scrittura le parole per esprimere ciò che pensa e ciò che sente. Questo studio legge i testi biblici anche attraverso l'ausilio degli strumenti dell'analisi narrativa, per far luce su quegli elementi della dimensione interiore che emergono nelle pagine della Bibbia ebraica. Il percorso proposto procede alla scoperta della ricca caratterizzazione dei personaggi biblici.