Mario Albertini ha dedicato la sua vita di studioso e di militante al federalismo, dando un contributo innovativo alla teoria e alla prassi politica. Calando nella realtà della battaglia per la Federazione europea le categorie della politica sulle quali si è concentrato il suo lavoro teorico, ha offerto la chiave di lettura che consente di comprendere il senso profondo della fase storica che stiamo vivendo. Nello stesso tempo ha contribuito in modo determinante all'organizzazione della forza federalista e alla elaborazione di una strategia adatta a un compito arduo e del tutto nuovo: fondare un nuovo Stato, federale, in un'area composta da Stati nazionali consolidati.
Il quadro mondiale ed europeo negli anni 1971-1975 era un quadro di crisi. Alla crisi del sistema monetario internazionale e allo shock petrolifero facevano da contraltare, in Europa, l'inflazione e il fallimento del Piano Werner. Era dunque più che mai necessario, per i federalisti, intensificare la battaglia per l'elezione diretta del Parlamento di Strasburgo per aprire la strada a un governo europeo. Il Vertice di Parigi del dicembre 1974 decise di tenere l'elezione europea a partire dal 1978 e i federalisti impostarono subito una campagna perché fosse rispettata la scadenza. Dopo la riunificazione dei Movimenti federalisti, avvenuta nel 1973, nel successivo Congresso dell'Uef, nel 1975, Albertini fu eletto Presidente. Con una serie di scritti sul Parlamento europeo e sul problema monetario europeo, egli ha offerto gli strumenti di riflessione alla battaglia in corso, e con un'ampia introduzione a un testo antologico su Proudhon ha proseguito le sue riflessioni sul rapporto fra rivoluzione e storia.
Mario Albertini nacque a Pavia nel 1919. Convintosi della necessità storica dell'unità europea, si iscrisse al Movimento federalista europeo nel 1945. Laureatosi in filosofia nel 1951, si avviò alla carriera accademica insegnando, presso l'Università di Pavia, Storia contemporanea, Scienza della politica, Dottrina dello Stato e Filosofia della politica. A partire dal 1953 il suo impegno federalista diventò prioritario, prima come stretto collaboratore e poi come successore di Altiero Spinelli. Nel 1959 fondò la rivista di politica "Il Federalista", che viene tuttora pubblicata in italiano e in inglese. Alla guida del Mfe italiano dal 1966, fu Presidente dell'Unione europea dei federalisti dal 1975 al 1984. Il suo impegno politico e intellettuale ha continuato ad indirizzare la politica del Mfe fino alla morte, avvenuta nel 1997.