La mamma e Mahtab sono emigrate negli Stati Uniti: è così che Saba, a undici anni, si spiega la loro improvvisa scomparsa. Lei è rimasta a vivere con il padre, in un villaggio dell'Iran travolto dalla rivoluzione islamica. Ma perché nessuno vuole darle notizie della madre e della sorella gemella? E perché, tra le due figlie, non è stata destinata lei a una vita migliore? Saba cresce tra questi interrogativi, sospesa tra la vana speranza di una lettera e il sospetto di una verità troppo dolorosa da accettare. Si chiede quanti cucchiaini di terra e di mare le servirebbero per coprire la distanza che la separa dalla sorella perduta, e cerca di colmare quel vuoto con tesori di contrabbando: riviste, musica e videocassette americane, illegali in Iran, comprate e consumate di nascosto come piaceri proibiti. Eppure, con l'approssimarsi dell'età adulta, Saba si rende conto che nemmeno un nuovo album di Madonna o una puntata di "Genitori in blue jeans" possono metterla al riparo dalla vita vera, quella fatta di chador neri e matrimoni combinati. Nulla, però, le impedisce di sognare, immaginandosi nei panni di Mahtab e delle sue infinite opportunità. Allora, inventarsi la vita di Mahtab sarà un po' come fuggire, raccontarla sarà un po' come esserne protagonista, pur restando in Iran. Dove realtà e finzione convivono da sempre nell'arte millenaria dei cantastorie.