Una storia nella Storia
Il rapporto con gli altri e l'Altro
L'impegno sociale e politico
È possibile, parlando di sé, raccontare una storia e, magari, anche la Storia?
Un valdese del Novecento, al tempo stesso atipico ed emblematico, testimonia una vita intesa come risposta all’invito dell'Ecclesiaste: "Tutto quello che la tua mano trova da fare fallo con tutte le tue forze".
Dalla quarta di copertina:
È possibile trovare se stessi buttandosi nella Storia? E, parlando di sé, è possibile raccontare una storia (e magari anche la Storia)?
Può raccontare la propria vita un io che vive in continuo riferimento a un Altro che gli sfugge e nello stesso tempo lo determina?
Può l'esistenza essere vissuta come un costante mandato senza che ne venga distrutta la vitalità individuale?
Possono la relazione con gli altri e l'impegno in un progetto collettivo essere così intensi da fondare il senso di una vita e nello stesso tempo contenere elementi di autodistruzione?
Sono interrogativi, questi, che riguardano direttamente il rapporto con la cultura protestante, la condizione di minoranza e lo sviluppo dei talenti.
Il protagonista di questo libro è un valdese del Novecento, nello stesso tempo assolutamente atipico e del tutto emblematico, che nel suo racconto testimonia di una vita intesa come risposta all'invito dell’Ecclesiaste: "Tutto quello che la tua mano trova da fare fallo con tutte le tue forze".
Non troveremo molte risposte a queste domande, ma di certo le vedremo tornare, insieme ad altre, nella luce cangiante di un viaggio sfaccettato, personale e insieme collettivo.