Il serpente cambia pelle. Cosa Nostra è in una delicata fase di transizione, con un vuoto di rappresentanza ai livelli più elevati del potere. Chi sarà il prossimo erede di Riina e di Provenzano?
Quali sono le strategie per indirizzare i nuovi affari e ridefinire l'immagine del sodalizio?
Nel tempo, si sono scontrati due diversi modi di concepire la guida di Cosa Nostra: l'uno, attraverso il terrore e le stragi; l'altro, attraverso la mediazione e un solido, silenzioso, sistema di relazioni di potere. Salvatore Riina e Bernardo Provenzano hanno incarnato le due anime dell'organizzazione; dopo la loro cattura, Cosa Nostra ha la necessità di trovare qualcuno che con altrettanta abilità possa incarnare il carisma e l'autorevolezza dei suoi capi storici, guidando senza strappi il sodalizio mafioso in una difficile fase di trasformazione.
L'erede al trono potrebbe essere Matteo Messina Denaro, super latitante con la particolare abilità di sparire nel nulla.
Alessandra Dino indaga per la prima volta le vicende riguardanti lo scontro per il potere, descrive una mafia che cerca rapporti sempre più stretti con il mondo della politica e dell'economia e produce essa stessa nuovi modelli organizzativi e nuovi stili di comando, tratteggia i profili dei protagonisti e stila un'inedita biografia del prossimo, e spietato, probabile leader.
Ricordando anche come in questa situazione di stallo in cui si trova oggi l'organizzazione mafiosa «lo Stato potrebbe e dovrebbe approfittare per stroncare sul nascere le ambizioni e le speranze di chiunque voglia prolungare la vita di Cosa Nostra, prima che sia l'organizzazione stessa ad approfittarne, grazie alla sua, ormai proverbiale, capacità di adattamento. Muoversi in questa direzione non porterebbe certamente alla sconfitta definitiva della criminalità organizzata, ma potrebbe reciderne un importante ramo, registrando un altro considerevole passo nella direzione della sconfitta di Cosa Nostra che – come ricordava Giovanni Falcone – alla stregua di ogni fenomeno umano, ha avuto una sua origine e avrà comunque una sua inesorabile fine».