Fu lunga l'esistenza di Giovanni Verga. Salutò, ventenne, l'arrivo di Garibaldi in Sicilia e arrivò a vedere sorgere il fascismo. Iniziò a scrivere giovanissimo, nella sua città natale. A Catania, a Firenze, a Milano realizzò molteplici opere (tutte presentate in questo volume, in successione cronologica, connesse con la biografia dell'autore, la situazione storica, i nodi problematici dell'interpretazione). Verga diede però vita ai suoi capolavori in un solo decennio, quando dalla moderna Milano delle banche e imprese industriali si rivolse a narrare, "con la mente", "da lontano", il mondo arcaico-contadino della sua terra. Ci consegnò così una straordinaria rappresentazione di una particolare realtà sociale, determinata storicamente (quella della Sicilia di fine Ottocento). E compì un'originalissima operazione di "traduzione", linguistica e antropologica, funzionale ai bisogni conoscitivi della nuova Italia postunitaria.