Molte donne e molti uomini sentono oggi di vivere le loro fragilità nei frammenti di una convivenza dai legami incerti. In questo tempo di attraversamento delicato, nel quale prevale l'indistinto e l'ambivalente, il lavoro sociale ed educativo può permettere di leggere e di coltivare il nuovo che sta nascendo: dalle prossimità, da circuiti di responsabilità, in nuove configurazioni della vita comune. Certamente si vive il rischio di rifugiarci in «solidarietà perimetrate», ma si può pure partecipare a inedite danze tra fragilità e capacità. Come artigiani della vita quotidiana, dei legami, della giustizia. Comunità è un modo di ritrovarsi in prossimità, spesso tra sconosciuti. È una soglia: un luogo e un tempo di visione, di presa di iniziativa, di prova e di scoperta. Dove si pulisce il futuro, si matura un invio verso l'aperto, ci si avvia. Insieme.