Il nostro mondo ha fame di sapienza. Di una sapienza profonda, interiore, che parli un linguaggio antropologico-esistenziale, capace di essere udito dal nostro cuore. L'agile, ma denso e gustoso libro di Sabino Chialà sulla vita spirituale nei Padri del deserto ci offre un prezioso frammento di questa sapienza. Antica e per questo nuova. Scoperta da uomini che hanno fatto del deserto non una fuga mundi, ma il luogo centrale della loro lotta contro tutto ciò che ostacolava il loro rapporto con Dio, con se stessi, con gli altri. Il deserto, allora, svestito da ogni accezione romantico-estetizzante ed inteso come icone di quello spazio interiore, che ogni uomo trova dentro di sé, quando viaggia dentro il suo cuore, scoprendo profondità mai intese, sconosciute, luoghi di nuova consapevolezza di sé e delle proprie relazioni vitali. Questa sapienza, proprio perché connotata cristianamente, non smette mai di essere antropologica e di parlare, quindi, a tutti. Oggi più che mai.