La vita è per sua stessa natura indefinibile, perché la nostra prospettiva è falsata dalla soggettività alla quale non possiamo sfuggire. L’unica via resta quella di descriverne i caratteri, qualche denominatore comune che renda possibile un’immagine della vita. Che è vuoi opera divina vuoi conseguenza di uno scarto chimico che ha procurato al mondo un principio diverso da quello che comanda il cosmo inanimato. Nascita, riproduzione, morte: questo il ciclo che determina la vita. Entità fragile e tenace al tempo stesso e carica di contraddizioni. La vita è vulnerabile, eppure la sua prima legge è l’autoconservazione. La vita è casuale, e va scelta in ogni momento, per non precipitare nella fine. La vita è, nella sua indefinibilità, plurale, anche se l’italiano la esprime con un singolare femminile. Sulla scorta di queste riflessioni, si traccia qui un percorso nelle contraddizioni della vita, centrato intorno ad alcuni passi biblici e a suggestioni che arrivano dal cinema, dalla poesia e dalla letteratura, da Leopardi a Calvino a Orhan Pamuk.
L'autore
Elena Loewenthal insegna Cultura ebraica presso la facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Studiosa e narratrice, lavora da anni sui testi della tradizione ebraica. Tra le sue numerose pubblicazioni, Lettera agli amici non ebrei (Milano 2003) e Scrivere di sé (Torino 2007).