I "Diari" di Stefano Bazoli, custoditi per oltre ottant'anni tra le memorie familiari, coprono un arco di tempo che va dal 1929 al 1934. Qui sono pubblicate le parti più significative, relative alla morte prematura della moglie Beatrice. Pagine terribili e, al tempo stesso, luminose, dal ritmo drammaticamente incalzante. Bazoli guarda da vicino l'avanzare della morte, ne stende una cronaca fedele e sconvolgente, affannandosi attorno al significato di quell'"evento inesorabile". Nel marzo del 1934, a un anno dalla scomparsa della moglie, Bazoli ripropone estremi interrogativi sul dolore, la morte, la solitudine. Il "Ritratto" scritto da Maurizio Ciampa racconta come Stefano Bazoli ha saputo vivere oltre quella "suprema ingiustizia", pur restandone segnato per sempre.