"La critica letteraria è l'unica forma accettabile di autobiografia" sosteneva Walter Pater. Lo dimostra in questo libro Harold Bloom, che oggi suggella l'esperienza di una vita intera di curiosità, pensiero e insegnamento ripercorrendo i temi e le passioni della sua carriera con gli occhi del critico e soprattutto del lettore instancabile. A quarant'anni dal capolavoro "L'angoscia dell'influenza", torna infatti a confrontarsi con la trama segreta di soggettività, emulazione, mimesi, lotta e tradimento che innerva la storia letteraria e arricchisce l'esperienza del testo, poiché leggere è innanzitutto un dialogo a distanza che non si esaurisce nelle pagine ma si nutre di echi, risonanze e infiltrazioni che durano per tutta la vita. I capolavori non vengono infatti al mondo già perfettamente formati: emergono da una lotta senza quartiere con quelli che li hanno preceduti. Leggerli e comprenderli fino in fondo significa ricostruire le mosse di questa battaglia, tracciando di rimando in suggestione, di citazione in appropriazione, la mappa dei vincitori, dei vinti, dei saccheggi. Sul filo degli incontri, delle scoperte e degli amori più duraturi, Bloom costruisce un ideale testamento - il suo "canto del cigno", come lui stesso lo ha definito - che è insieme raccolta di saggi, autobiografia letteraria e invito al corpo a corpo con i maestri del nostro pensiero.