Per la prima volta insieme tutti gli scritti di Germano Celant relativi ad un gruppo di artisti composto da Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolmi, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Punì e Gilberto Zorio, per cui egli stesso conia, nel 1967, il termine "Arte povera". Il volume è un insieme di testi teorici, incentrati sia sulla poetica del movimento che sul linguaggio dei singoli protagonisti, e punta l'attenzione sull'aspetto contingente quanto sul lato frammentario, contraddittorio e pluralistico del loro fare arte. Ma soprattutto è un aggiornamento esaustivo di una riflessione ferma al 1985, anno in cui il volume dal titolo "Arte povera, storie e protagonisti", ad opera dello stesso Celant, non venne mai distribuito e, circolando solo tra gli addetti, divenne un cult introvabile. Quel volume viene oggi riproposto, in una copia anastatica, all'interno del nuovo libro, come punto di partenza e spunto per una nuova riflessione. Dal 1967 ad oggi il linguaggio dell'Arte povera è arrivato ad utilizzare acqua e pietra, fuoco ed elettricità, parole e idee fino a coinvolgere animali e vegetali, che assumono un'importanza particolare per il loro appartenere al mondo del primario e dell'essenziale. Una ricerca da sempre impegnata in un atteggiamento de-costruttivo, che tiene conto della molteplicità dei linguaggi espressivi in rapporto al contesto in cui nascono.