Il volume, che raccoglie alcuni prodotti del lavoro recente dell'autore, inizia esponendo le principali problematiche della filologia e della linguistica del Novecento, tramite monografie su studiosi tra i maggiori dell'epoca, come Rajna, Debenedetti e Contini da una parte, Terracini, Jakobson e Benveniste dall'altra. Una grande avventura intellettuale, che continua ad essere al centro delle riflessioni. La seconda parte è dedicata a quella corrente della critica che ha dato tra noi i risultati più brillanti, cioè l'analisi delle varianti d'autore, di cui si fa la storia a partire dal Cinquecento, con un'esemplificazione su testi di Petrarca e Ariosto, che acquisisce aperture nuove nella pratica di analisi dei testi. Vengono poi (parte terza) studi su problemi particolari, che ci portano alle origini della lirica romanza, agli sviluppi dell'epica (nella scia della Chanson de Roland e della sua diffusione in Provenza), e al grande romanzo di Tristano e Isotta, visto in aspetti inattesi e rivelatori (la funzione dell'eroe romanzesco, la presenza sinora trascurata della comicità). Infine, una quarta parte valorizza il romanzo di Tommaso III di Saluzzo, e rilegge col suo aiuto malizioso, non privo di presentimenti psicoanalitici, la famosa novella boccacciana di Gualtieri di Saluzzo (Dec. X, 10). Si verifica ancora una volta che la ricerca sul campo, munita di strumenti linguistici, stilistici, ecdotici, si nutre di una riflessione ad ampio raggio sui principi teorici.