Entri curiosando in libreria: libri e libri di cucina e immancabile corredo di ricette. Tutte interessanti, elaborate, dettagliate: 400 grammi di... mezzo litro di... una scodella di... un panetto di... un cucchiaio di... bicchierino di... grattugiata di... Ingredienti semplicemente elencati, freddamente allineati e inanimati, quasi si fosse in un obitorio in attesa del medico legale. Perchè non depurare allora l'aridità impersonale della ricetta e inserirla invece - attore principale o comprimario o comparsa - in un racconto, una situazione, una novella che contribuisca ad esaltare, a modo suo, il ruolo che cucina, cibo, alimentazione hanno nell'evoluzione culturale della società? Sì, sì, avete capito bene: ho detto "culturale", perchè i popoli attraverso il cibo hanno sempre rivelato e connotato la loro identità; e l'alimentazione, la cucina è divenuta storicamente espressione di usi, situazioni, orientamenti, comportamenti, "logo" di una società. E così è nato questo volumetto che vuol cercare, nel suo piccolo, di innestarsi in questo vasto filone e briosamente rappresentarlo con immaginarie scenette recitate in un affollato teatrino di paese, con il dialetto e le "arzdore" in sorridente sottofondo.