"Chiamatemi pure sbirro. Sono vecchio del mestiere, per queste cose non mi offendo più". Con la sua voce disincantata, eppure lucido e attento a cogliere ogni dettaglio, il commissario Ottavio Ponzetti si aggira per le strade del centro storico di Roma, tra quartiere Esquilino e rione Monti, alle prese con la sua nuova indagine. Un caso apparentemente semplice, ma che s'ingarbuglia presto nel più classico dei " pasticciacci ". Hanno investito la sora Giovanna, la gattara, lasciandola mezza morta in via Turati. Nessuno ha visto né sentito niente. Ma c'è qualcosa di strano, dettagli fuori posto che il commissario Ponzetti cerca di riordinare con la sua logica lenta e testarda. Mentre l'anziana donna è ricoverata in coma al San Giovanni, nel mirino dell'indagine via via finiscono Arturo, il barbone della zona, e Alex, il giornalaio di via Principe Amedeo. E ancora i condomini del palazzo della vittima, Martina e Matteo, e Olga Portinari, di professione maga. Intanto, una confidenza dopo l'altra, emerge il passato tragico delta sora Giovanna: un marito violento, un figlio morto e forse un altro figlio, scomparso. Giovanni Ricciardi presenta la figura di un commissario come non ce ne sono più, passo stanco e pensiero veloce, che al cinismo e agli spari sostituisce l'eroismo di uno sguardo sempre umano e partecipe al dolore delle vicende altrui.