Negli ultimi anni è cambiato il rapporto della società con la cultura del lavoro: dopo il mito della piena occupazione, sono arrivate le forme di lavoro atipico, relative non solo al mercato del lavoro, ma anche ai modelli produttivi e regolativi, tutte all'insegna della flessibilità, ma oggi persino la flessibilità non è più l'unico fenomeno dominante. Ora, al centro sembrano esserci la cultura del lavoro di cura, le società di servizi. In un panorama sempre più frammentario, che rimescola competenze e linguaggi, risalta una sorta di osmosi, di sovrapposizione tra sfera privata e lavoro, per cui un po' dell'una finisce nell'altro e viceversa. Processi aperti, all'insegna del lifelong learning, con caratteristiche che per tradizione sono un patrimonio femminile, e che possono diventare una proposta per tutti, per trasformare modi di essere e di porsi, per vivere e per scegliere, per rendere forse più libere le nuove generazioni.