Sono stati scritti migliaia di libri - riflessioni teologico-religiose, indagini storiche, interrogazioni filosofiche, analisi psicopatologiche eppure, per molti aspetti, l'enigma del nazismo resiste alla gran parte degli sguardi che su di esso vengono gettati. Possediamo descrizioni minuziose della nefasta impresa di "governo biopolitico" allestita dal nazismo; ma continuiamo a non capire come un'intera società poté essere coinvolta, indotta ad agire, a essere complice o docile testimone dell'orrore. Il libro di Chapoutot tenta di risolvere tale enigma rendendo visibile qualcosa che fino a oggi era stato solo sfiorato, come se si trattasse di qualcosa di secondario e accessorio. Lo fa analizzando la formazione, i fondamenti e i modi di funzionamento del "discorso" nazista. L'autore esamina una messe impressionante di libri, articoli, documenti, anche iconografici e filmici, prodotti nell'arco di circa mezzo secolo in Germania da filosofi, giuristi, medici, antropologi, biologi, storici, etnologi, studiosi delle razze, chimici, e persino botanici o zoologi, cosí come registi o giornalisti. L'analisi dell'insieme della "cultura" nazista mostra come in essa tutto converga verso un focus fondamentale: la "legge del sangue". Un brusio interminabile, durato decenni, che diventa rumore sordo e inquietante, per trasformarsi alla fine nell'urlo agghiacciante e mostruoso che ha accompagnato il graduale insediamento e poi l'entrata a regime del nazismo.