Dalle puerili ispirate al modello del Bach londinese alle italiane «senza Minuetto», alle parigine e mannheimeriane alle prime viennesi o salisburghesi, agli ultimi, scatenati capolavori poi catturati dal grande Repertorio sinfonico concertistico pre-romantico, romantico, post-romantico, neo-romantico, ecc. La presentazione delle opere segue piú linee di sviluppo e accumula piú vedute «in soggettiva» del corpus mozartiano attivate con souplesse, ma effettivamente dialettiche, nella misura in cui è dialettizzato l'apprezzamento dei valori dei testi. L'interesse microscopico al dettaglio corrisponde a una sfida rivolta alla apparente fortissima somiglianza reciproca delle opere, sempre centrando la scoperta di un momento evolutivo, o rilevando il sintomo, spesso mascherato, di un travaglio.
Mila accumula prove, sinfonia dopo sinfonia, del cimento della accondiscendenza e della libertà, quale si rappresenta nel puro testo musicale mozartiano via via che scorre nel tempo fitto e breve della sublime biografia artistica dell'autore. Costruita in tal modo, sensibilmente ma sottotraccia eroica, una icona di lotta per la libertà nei contesti della necessità, Mila consegna il suo Corso mozartiano, «normale ma non troppo», alla piccola turbolenta turba di allievi contemporanei.